
Il gatto, che qui finalmente scopriremo perchè si chiama Duchamp (o come dice Don Ciccio "Dusciamp"), si muove nell'appartamento con fare sicuro e sornione, indicando una certa familiarità con l'ambiente. Trova la sua ciotola piena e ascolta i discorsi dei personaggi, intuendo il contenuto

Marco e Don Ciccio parlano della vittima, il discorso cade sulla personalità di G. Broschi, sulla sua passione per gli scacchi, sulla sua gentilezza così definita dalla puttana: "aveva la squisitezza che hanno solamente le anime accuratamente tormentate..." Don Ciccio non si fida molto di questo personaggio, e indugia...

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